Viviamo in un mondo...

in cui è disponibile ogni tipo e sfumatura di colore per tingere tessuti o pitturare.
Non è sempre stato così. Prima dell’avvento dei coloranti sintetici, i colori per secoli sono stati estratti da piante, minerali e animali dando luogo a colori naturali la cui produzione e scambio sono stati spesso fonte di sviluppo economico e sociale per interi territori.

Oggi l’interesse per questi colori è in crescita anche a causa dell’impatto ambientale che spesso la tintura, e in generale la produzione di colori sintetici, può avere, rilasciando nell’ambiente una gran quantità di sostanze inquinanti.
La città di Ancona, porto antichissimo e Porta d’Oriente, vede la sua storia “tinta” dal commercio e dalla produzione dei colori naturali.

I colori e la moda

In età romana il colore per eccellenza era il rosso, più precisamente il rosso porpora, estratto da una ghiandola del murice comune.
Ancona è stata in quell’epoca un importante sito produttivo di questo colore, affacciata sul mare non vedeva mancare mai la materia prima!
L’antico processo produttivo era piuttosto cruento!
Con Rurally ti portiamo da chi te lo racconterà e ha anche trovato un metodo alternativo, più dolce, per estrarre il colore da queste splendide conchiglie.

Dopo l’anno 1.000, nel medioevo, inizia a comparire anche il colore blu tra quelli più graditi e la moda in Europa è stata caratterizzata da questo colore fino al XX secolo.
La tintura blu per eccellenza in Europa fino al XIX secolo è stata estratta da una pianta che nasce spontanea nell’Italia centro-settentrionale e in altre zone europee e che è stata appositamente coltivata per secoli per la produzione del blu: il guado.
Il processo di produzione di questo colore naturale è complesso, laborioso e infinitamente interessante da scoprire!

Il Montefeltro, in Italia, è stato una delle zone di produzione più importanti fino a quando, nella seconda metà del ‘700, il blu di guado non è stato soppiantato dal blu di indaco prodotto a Oriente da una pianta non adatta ai climi europei e che permette un processo produttivo più semplice.
Ancora oggi nel Montefeltro si possono ritrovare le grandi macine in pietra scanalate con maestria in maniera particolare e riconoscibile che erano utilizzate all’epoca per la lavorazione del guado e poi spesso utilizzate successivamente al declino della produzione come elementi architettonici per altri manufatti successivi.

Lo sapevi che...

il detto “il paese della cuccagna” deriva proprio dalla ricchezza prodotta dal guado?
Rurally ti porta a scoprire il perché nel suo tour dedicato ad Ancona e il colore naturale (clicca sul link in fondo all’articolo).

Il commercio del “blu” ha sempre coinvolto Ancona, dapprima con l’esportazione del guado del Montefeltro e successivamente con l’importazione dell’Indaco.
Firenze diede spazio ad Ancona nel corso del XV secolo, ritenendola strategica per i suoi collegamenti commerciali verso Ragusa e l’Oriente, una valida alternativa a Venezia, con il fine di contrastare la volontà di quest’ultima di controllare un prodotto particolarmente redditizio: il guado.

Nei documenti del fondaco di Ancona si leggono testimonianze dei floridi commerci di altri colori naturali come ad esempio il kermes (ottenuto da alcune specie di cocciniglie asiatiche e americane!).

Rurally ti propone un tour della città di Ancona che unisce ad una passeggiata guidata del centro storico un approfondimento sul colore naturale grazie all’incontro con Sara (storica dell’arte e esperta di colori naturali) e Massimo (esperto di piante tintorie, colori naturali e guado) che ti sveleranno tutti i segreti della produzione e dei commerci legati alla storia della città.

Foto di copertina: piantagione di guado
Foto nel corpo dell’articolo: murice comune e porpora in estrazione

Vieni a scoprire...

tutto questo con noi.
Ti condurremo alla scoperta della città tra luoghi unici, opere d’arte, paesaggi mozzafiato e incontri memorabili.
Visita la pagina dedicata a questa visita cliccando sul bottone qui sotto e contattaci per maggiori informazioni!

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